Colori del Silenzio

Alfonso Talotta (Viterbo, 1957) espone alla Galleria 8, 75 una selezione di opere ceramiche e ceramico-pittoriche, prodotte tra il 2000 e il 2004, simboli del punto di approdo di un percorso artistico molto ampio. Talotta è un artista da sempre legato all’ arte astratta e concettuale che, dalla fine degli anni ’70 fino al 2000, esprimeva attraverso una progettualità segnica e cromatica essenziale, ma in continua evoluzione. La profonda sperimentazione, realizzata prevalentemente su tele, tavole, juta con colori ad olio o acrilici, lo ha condotto a interessanti riflessioni su incroci, frontalità e piattezza, ma anche su perforazioni dei segni, i quali venivano scarnificati, smaterializzati, resi acromatici, talvolta svuotati, per dimostrare come la nuova pittura si basasse su presupposti minimi, concettualmente più suggestivi.

Tale lavoro di ‘erosione’, ma allo stesso tempo di costruzione, di strutture basate più sul pensiero che sull’ azione, ha permesso a Talotta di approdare ad un nuovo ciclo artistico, proprio dall’ inizio del 2000. Si tratta del ciclo “Generatori”, incentrato sulla lavorazione della ceramica sia a livello di scultura sia a livello di scultura applicata alla pittura (ceramica e pittura ad acrilico su juta o su tavola). In entrambi i casi l’ esperienza concettuale e astratta rielabora i progetti sui segni, sulle cromie, sullo spazio, ricorrendo ad un minimal attento a costruzioni semplici e pure, nate anche dall’ apporto della materia stessa. “Con la ceramica” scrive infatti Talotta “ si concretizza non solo l’ idea di essere dentro la materia, ma anche di lavorare all’ interno di un concetto, che unisce i quattro elementi naturali. La terra (argilla) si unisce all’ acqua (impasto), si asciuga all’ aria (solidificazione) ed i colori si fissano con il fuoco (cottura)”.

L’ artista inoltre lavora secondo un procedimento inverso rispetto ai ceramisti tradizionali: Talotta infatti non aggiunge particolari, non arricchisce un’ immagine, ma asporta e taglia la materia, permettendo al vuoto di entrare, di farsi spazio, di creare così strutture inedite, in cui il pieno assorbe significato dall’ energia insondabile sprigionata dal vuoto. Da un atto di asportazione si giunge così ad un processo di penetrazione, che permette allo spazio di avanzare e al vuoto di modificare la struttura, la costruzione, il progetto.

Nelle opere in cui si unisce scultura e pittura, è la prima che permette alla seconda di nascere: la pittura con la sua liquidità infatti scaturisce dallo spazio vuoto emerso dalla scultura, caratterizzata invece da solidità, ed entrando in relazione con esso, contribuisce a costruire forma, struttura, progetto. La semplicità degli elementi (superficie, segno, linea, colore, spazio), fatti interagire con una progettualità quasi architettonica, rappresenta una riduzione visiva ai minimi termini di una complessità concettuale molto più ampia, uno schema alla base di tutti i principi naturali. Il disegno creativo che si va costituendo, lascia spazio ad atti dello scoprire, possibili grazie all’ alternanza di segni e superfici, all’ intreccio di pieni e vuoti, di presenze e assenze, all’ accostamento di linee e cromie. L’ arte astratta amplifica la sperimentazione creativa, grazie alle sue infinite possibilità di combinazioni, di rovesciamento di regole, di disciplina e metodo, di grande attenzione al dettaglio, divenuto protagonista.

Alfonso Talotta è diplomato al Liceo Artistico di Viterbo e all’ Accademia di Belle Arti di Roma, nella sezione Pittura. Inizia ad esporre nel 1980 e, recentemente, ha realizzato importanti mostre come “La forma tra continuità e innovazione” presso il Museo Internazionale di Ceramica a Faenza (2003) e “Ceramiche recenti tra essenza e concrezione” alla Galleria Liba di Pontedera (2004).

Alfonso Talotta attualmente vive e lavora a Viterbo.

Elisa Borciani
Presentazione mostra “Colori del silenzio” alla Galleria 8,75 di Reggio Emilia
Aprile 2005